CONTENIMENTO FANGHI IN GEOTUBI
(DEWATERING)

Tra le tecniche di destinazione finale dei sedimenti rimossi mediante dragaggio con sistema aspirante-refluente vi è il confinamento in geotubi mediante dewatering.

Il dewatering si propone come una soluzione rapida e definitiva per la gestione dei sedimenti anche in presenza di eventuali sostanze contaminati. Una miscela di sedimento e acqua viene pompata all’interno delle strutture tubolari in geotessuto tramite un sistema aspirante-refluente. La trama del materiale geosintetico è strutturata per trattenere all’interno la parte solida permettendo all’acqua di fuoriuscire grazie alla differenza di pressione che si viene a creare tra l’interno del geotubo e l’esterno. Ciò permette anche la posa dei geotubi in ambiente subacqueo a notevole profondità.

La giusta combinazione di elevata permeabilità e ridotta porosità del tessuto che compone il geotubo permette di trattenere all’interno la componente solida consentendo all’acqua di fuoriuscire e drenare.

In genere in poche settimane si raggiunge una concentrazione di solidi sospesi di oltre il 70%. Il processo inoltre, può essere migliorato e accelerato con l ’aggiunta, nella linea di pompaggio, di sostanze flocculanti con la possibilità di raggiungere concentrazioni di solidi sospesi di oltre il 90%.

Le eventuali sostanze presenti nei sedimenti e nei fanghi (anche contaminanti) rimangono quindi intrappolate all’interno del geotubo poiché prevalentemente adese alla matrice solida. Al termine del processo di essiccamento l’intera struttura può essere avviata allo smaltimento.

Casi di specie

La diga di Monguelfo

Ad Agosto 2019 è stato ultimato un nuovo intervento di dewatering presso la diga di Monguelfo nel Comune di Valdaora (BZ) con rimozione di circa 3.000 m3 di sedimento e stoccaggio in geotubi disposti sulla sponda sinistra dell’invaso.

Il progetto predisposto da Alperia Greenpower S.r.l. prevede la fluitazione del materiale dragato attraverso una tubazione galleggiante della lunghezza di circa 250 m, in grado di convogliare la miscela all’interno dei geotubi posti in sponda sinistra a ridosso dello sbarramento, attraverso le seguenti fasi:

  • varo e posizionamento in superficie di un pontone di idonee dimensioni per l’alloggiamento delle attrezzature necessarie al funzionamento della pompa e al suo spostamento per raggiungere tutte le zone interessate dal dragaggio (scarichi di fondo in sponda destra);
  • utilizzo e posizionamento di una pompa (con relativa tubazione verticale per la risalita della miscela) sul pontone per l’aspirazione della miscela acqua/sedimento. La pompa ha una portata di “miscela” di circa 500-600 m3/h su un battente medio di circa 20-25 m;
  • posizionamento di una tubazione orizzontale galleggiante della lunghezza di circa 200-250 m per il pompaggio con adeguata pressione della miscela all’interno dei geotubi con un tenore solido pari a circa il 6-8% della miscela.
  • realizzazione di un terrazzo in sponda sinistra che ospiterà i geotubi compresa la posa di un geotessuto di separazione e di uno strato drenante di circa 10 com in materiale arido.
  • posizionamento e riempimento dei geotubi all’interno dei quali verrà la miscela acqua-sedimento
  • installazione di un impianto di condizionamento in linea per l’immissione del polielettrolita
  • sistemazione dell’area spondale attraverso il ricoprimento dei geotubi con materiale terroso.

L’area che ospita i geotuni è stata sottoposta a verifica di stabilità sia in regime transitorio (fase di cantiere) che in regime definitivo (fase d’esercizio). In quest’ultimo caso è stata ipotizzata sia la presenza di un sovraccarico neve che l’azione sismica. Tutte le verifiche sono state condotto agli SLU secondo la normativa vigente.

I geotubi sono stati disposti su due livelli:

  • un primo livello costituito da 4 geotubi disposti su due file parallele della lunghezza di 30 m ciascuno e della larghezza di circa 7,1 m ed un’altezza di 1,7 m;
  • un secondo livello costituito da 2 geotubi poggianti sul livello sottostante, della larghezza di circa 11,6 m con una lunghezza di 30 m ed un’altezza di 1,9 m.

Al termine delle operazioni di dragaggio e riempimento dei geotubi si è proceduto al loro ricoprimento mediante un intervento di rinaturalizzazione mediante la posa di uno stato di terreno vegetale dello spessore medio di 50 cm.

La diga di Amelia

Nel 2013 è stato effettuato uno dei primi interventi di dewatering in Italia presso la diga di Amelia (TR) con la rimozione di 11.000 m3 di sedimenti e successivo confinamento all’interno di geotubi disposti sulla sponda sinistra del Torrente Amelia a valle dello sbarramento. Il materiale è stato rimosso attraverso una pompa aspirante-refluente gestita dal braccio di un escavatore operante a bordo di pontoni Soilmec e refluita all’interno di geotubi MACTUBE ® ciascuno dotato di 3 bocchette di riempimento.

Al termine del processo di essiccazione il materiale si presentava palabile ed è stato possibile rimuoverlo per essere reimpiegato nella sistemazione spondale del Torrente Amelia.